venerdì 31 gennaio 2014

MICHELANGELO BUONARROTI: "Gruppo di tre uomini nudi", 1503-1504, Gesso nero su disegno a penna, 332 x 174 millimetri - Musée du Louvre, Parigi


RAFFAELLO SANZIO: "Testa di giovane Apostolo", 1518-1520 - Gessetto su carta, 375 x 278 millimetri - Ex proprietà Duca di Devonshire

Questo disegno di Testa di giovane Apostolo che Raffaello realizzo negli ultimi anni della sua vita, è uno dei 17 rarissimi cartoni preparatori sopravvissuti, alcuni predisposti personalmente da Raffaello e altri da suoi collaboratori di bottega, per la realizzazione dell'ultimo suo capolavoro, la celeberrima "Trasfigurazione", che è conservata nella Pinacoteca dei Musei Vaticani. Già facente parte delle collezioni del Castello di Chatsworth, in Inghilterra, il disegno è stato messo all'asta da parte del Duca di Devonshire presso Sotheby's di Londra il 5 dicembre 2012, con una stima base di partenza di 10-15 milioni di sterline. 


Cristiana Romalli, direttrice del Dipartimento di disegni antichi di Sotheby’s, ha dichiarato:

“Questo studio di Raffaello è un esempio commovente e straordinario della sua assoluta maestria e rappresenta la perfetta dimostrazione del perché Raffaello sia ritenuto il piu’ grande di tutti i tempi nell’arte del disegno. La pura bellezza di quest’opera è magnifica e ci consente di sentirci come vicini a Raffaello nel momento della creazione di uno dei suoi ultimi capolavori”


LEONARDO DA VINCI: "Testa di donna", 1470-1476, Penna, inchiostro e pigmento bianco su carta, 282 x 199 millimetri - Galleria degli Uffizi, Firenze


martedì 28 gennaio 2014

LEONARDO DA VINCI: "Ultima cena", 1498, affresco a tecnica mista, 460 x 880 cm - Convento di Santa Maria delle Grazie, Milano

L'immenso capolavoro di Leonardo o quello che ne resta, purtroppo!


LEONARDO DA VINCI: "Annunciazione", 1472-75, Tempera su legno, 98 x 217 cm - Galleria degli Uffizi, Firenze


VINCENT VAN GOGH: "Campo di grano sotto un cielo nuvoloso", July 1890, Auvers-sur-Oise - Olio su tela, 50 x 101 cm - Museo Vincent van Gogh, Amsterdam

E' il 1890, l'ultimo anno di vita dell'artista. Opera straordinaria che ha in quel "cielo nuvoloso", azzurro intenso, una forza incredibile!


JACQUES-LOUIS DAVID: "L'intervento delle Sabine", 1799, Olio su tela, 385 x 522 cm - Musée du Louvre, Parigi


VINCENT VAN GOGH: "Viale dei Pioppi in autunno", Ottobre 1884, Nuenen - Oil on canvas on panel, 99 x 66 cm - Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam


VINCENT VAN GOGH: "Natura morta con Bibbia aperta", October 1885, Nuenen - Oil on canvas, 65 x 78 cm - Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam


lunedì 27 gennaio 2014

VINCENT VAN GOGH: "Cottage a Cordeville", June 1890, Auvers-sur-Oise, Oil on canvas, 73 x 92 cm - Musée d'Orsay, Parigi


VINCENT VAN GOGH: "In the Jardin du Luxembourg", Paris, June-July 1886, Oil on canvas, 28 x 46 cm - Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown


EDWARD HOPPER (Nyack, New York, 1882 - 1967): "Carolina Morning", 1955 - Whitney Museum of American Art, New York


EDWARD HOPPER (Nyack, New York, 1882 - 1967): "Sera blu", 1914, olio su tela - 91.4 × 182.9 cm - Whitney Museum of American Art, New York



PABLO PICASSO: "Paul vestito da Arlecchino", 1924, olio su tela, 130 x 97.5 cm - Museo Nazionale P. Picasso, Parigi


PABLO PICASSO: "Massacro in Corea", Vallauris - 18 gennaio 1951, olio su compensato, 110 x 210 - Museo Nazionale P. Picasso, Parigi


POMPEO BATONI (1708, Lucca - 1787, Roma): "Sacra Famiglia con Santa Elisabetta e San Giovanni Battista", 1777, Olio su tela, 226 x 150 cm - Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo


POMPEO BATONI (1708, Lucca - 1787, Roma): "Achille e il centauro Chitone", 1746, olio su tela, 159 x 127 cm - Galleria degli Uffizi, Firenze


domenica 26 gennaio 2014

I RITRATTI STORICI: Jan GOSSART, il "Ritratto di Francisco de los Cobos y Molina" e un 'Particolare prezioso'

Francisco de los Cobos y Molina (Ubeda, 1477 circa – 1547), discendente di una nobile famiglia spagnola non di alto lignaggio, fu il potente Segretario di Stato e capo consulente finanziario dell'imperatore Carlo V, carica che ricoprì anche sotto Filippo II.  Fu anche Comandante supremo di Léon e commendatore per il regno di Castiglia. Gossart lo ritrae negli anni tra il 1530 e il 1532 in un severo ma elegante abito nero con giacca pure nera ma con un ampio collo di pregiata pelliccia, in posa di fronte a un panneggio color verde, mentre guarda con diffidenza lo spettatore. Due i particolari che attirano l'attenzione: uno è la croce rossa blasonata sul farsetto dell'abito, emblema dell'Ordine cavalleresco di Santiago, San Giacomo il Maggiore e il secondo è un Particolare prezioso, nel senso proprio del termine, ovvero il gioiello a forma di una conchiglia, in oro incastonato di gemme preziose e perle nere, anch'esso emblema dell'Ordine di San Giacomo il Maggiore, che il gentiluomo porta al collo appeso ad una importante catena d'oro. Lo potete ammirare in tutta la sua preziosa bellezza nella seconda immagine ingrandita. Davvero "prezioso"! 

Jan Gossart
(Maubeuge, 1478 ca. - Middelburg, 1532)
"Ritratto di Francisco de los Cobos y Molina"
1530-1532, olio su tavola di quercia, 44 x 34 cm
J. Paul Getty Museum, Los Angeles



 Il Particolare prezioso:
 il pendente gioiello, che il gentiluomo porta al collo appeso ad una importante catena d'oro, a forma di conchiglia, in oro incastonato di gemme preziose e perle nere! Un particolare prezioso nel senso proprio del termine.

I RITRATTI STORICI: Jan GOSSART, "Ritratto di uomo" (forse Carlo di Borgogna - 1491-1538)

Questo "Ritratto di uomo", dipinto da Jan Gossart tra gli anni 1528 - 1530, rappresenta con molta probabilità, secondo le ultime interpretazioni critiche, Carlo di Borgogna (1491 - 1538).  Lo sguardo freddo del gentiluomo contrasta con il turbinio di valori emblematici che circondano il suo abito sontuoso, che viene accentuato dalla mani inguantate e gesticolanti del medesimo. Tra questi valori emblematici troviamo: un anello portato al collo con una lunga catena, una spada sotto il braccio sinistro con un pomo riccamente intagliato, una chiave legata alla cintola da un cordoncino, e un pugnale con l'iscrizione "AUTRE QUE JE VOUS N'AIME" - un motto efficace per il duca Filippo il Buono, che godeva di innumerevoli amanti e aveva lasciato innumerevoli figli bastardi, compreso Adolf e il suo fratellastro Filippo, che aveva avuto il castello di Souburg, dove Gossart aveva lavorato per un certo tempo. Un pesce sull'elsa del pugnale potrebbe far identificare il patrono di Gossart come un ammiraglio. Ultimo dei simboli che il pittore ha inserito in questo dipinto è l'amore, simboleggiato da una medaglia gioiello nel suo berretto che mostra Venere e Cupido.
Jan Gossart
(Maubeuge, 1478 ca. - Middelburg, 1532)
"Rittratto di uomo" (forse Carlo di Borgogna)
1528 - 1530, olio su tavola di quercia, 56 x 43 cm
Staatliche Museum, Berlino



     Il dettaglio degli innumerevoli valori simbolici che il pittore ha inserito nel dipinto.



JAN GOSSART (attr.): "Deposizione", 1520 c., olio su tela trasferito su tavola, 141 x 107 cm - Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo


FRANCOIS BOUCHER: "La colazione", 1739


venerdì 24 gennaio 2014

CURIOSITA DEL GENIO! Caravaggio e la canestra di frutta della "Cena di Emmaus" di Londra

Con questa prima pubblicazione, do inizio alla serie delle Curiosità del genio, ovvero l'osservazione ravvicinata di un particolare che, per la sua forma, o collocazione o rappresentazione, appare agli occhi dell'osservatore curioso, insolito o strano. Il primo particolare curioso che vi sottopongo è questa meravigliosa Canestra di frutta che compare nel celebre dipinto di Caravaggio, "Cena di Emmaus", del 1601, conservato alla National Gallery di Londra. Osservate come la canestra, ricolma di frutta, sporga in maniera eccessiva dal bordo della tavola. La lunga ombra che il Merisi ha disegnato ce lo conferma. Molti critici hanno osservato come questa, in siffatta posizione, sia in pericoloso equilibrio! Curioso che il Merisi abbia voluto rappresentare proprio in questa posizione la bellissima canestra di frutta, né ci è dato sapere se l'artista attribuiva alla circostanza un qualche significato recondito. D'altronde il Caravaggio già nella precedente e celeberrima "Canestra di frutta" del 1597, conservata alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, aveva rappresentato la stessa sporgente dal bordo del ripiano, anche se in quella occasione la sporgenza era minima. Curiosità di un genio! 


MELOZZO DA FORLI' (Forlì, 1438 - 1494): "Ingresso di Cristo a Gerusalemme", 1477-1482, Affesco nella Sacrestia di San Marco, Basilica della Santa Casa di Loreto, Loreto (Marche), Italia


giovedì 23 gennaio 2014

MELOZZO DA FORLI' (Forlì, 1438 - 1494): "La fondazione della biblioteca nel 1475 e la nomina del suo primo capo, Bartolomeo Platina", 1477, affresco - Pinacoteca dei Palazzi Vaticani, Città del Vaticano

Questo è uno dei rari affreschi integrali che si conservano di Melozzo da Forlì e rappresenta l'evento storico della Fondazione della Biblioteca nel 1475 e la nomina del suo primo capo, Bartolomeo Platina, inginocchiato davanti a papa Sisto IV. Il cardinale in piedi accanto a lui è Giuliano della Rovere, futuro papa Giulio II, mentre l' uomo in piedi accanto al trono è il protonotario apostolico Raffaello Riario. Dietro Platina sono raffigurati Girolamo Riario e Giovanni della Rovere. Platina punta il dito verso l'iscrizione latina alla base dell'affresco. Stupefacente l'architettura dell'ambiente: l'artista ha riprodotto colonne rivestite di marmi preziosi, soffitti a cassettoni con stucchi dorati su fondo azzurro, capitelli e fregi elegantissimi come i bellissimi tralci di quercia su fondo azzurro chiaro delle due prime colonne che fanno da quinte.


ANTONIAZZO ROMANO, Antonio Aquili [detto] (Roma, ca. 1435/1440 - 1508): "Annunciazione e il cardinale Torquemada che presenta alla Vergine le fanciulle povere", 1500, tempera su tavola, 172 x 189 cm - Cappella dell'Annunziata, Chiesa di Santa Maria Sopra Minerva, Roma


martedì 21 gennaio 2014

GUIDO RENI: "L'Aurora", 1613-1614 - Affresco nella volta del Casino Pallavicini-Rospigliosi, Roma

L'affresco de "L'Aurora", dipinto da Guido Reni sulla volta del Casino Pallavicini-Rospigliosi di Roma, è forse una delle opere più felici e celebri del Maestro bolognese, che lo dipinse durante il suo secondo soggiorno romano.
L'affresco è riportato sulla volta senza tener conto del fatto che va guardato da basso; non si avvale di prospettive barocche dal sotto in su, e per osservarlo più a lungo è preferibile usare uno specchio. Anche in questo caso, come per i marmi della facciata, la contemplazione del bello è una tappa da conquistare. D'altra parte il modellato delle figure, la luminosa espressività dei volti, che si richiamano alla scuola bolognese e a Raffaello, la vivacità cromatica dell'intera composizione, l'azzurro struggente della marina, compensano ampiamente gli occhi e il cuore.
L'affresco è incorniciato da stucchi dorati, con figure muliebri e motivi floreali, sui lati dell'affresco, la stessa cornice racchiude due lunette simmetriche, nelle quali sono raffigurati zefiri alati su di un fondo azzurro, che dilata e dà risonanza agli azzurri della marina.




L'affresco de "L'Aurora" nella sua splendente cornice di stucchi dorati.

CLAUDE MONET: "Pioppi a Giverny", 1887 - (Ubicazione non nota)

Un'altra serie di dipinti è quella che Monet realizzò dei "pioppi", alberi che erano situati sulle rive di un fiume a pochi chilometri dalla casa di Monet a Giverny, in Francia, in una palude. Monet raggiungeva il suo studio galleggiante di pittura, e con questo si spostava a monte per riprendere gli alberi. Alberi che Monet aveva effettivamente acquistato onde poter continuare la sua serie di dipinti. Quando terminò la serie, Monet ha vendette gli alberi a una ditta di legname che li voleva per il suo raccolto.


CLAUDE MONET: "Mucchi di fieno a Giverny", 1884 - (Ubicazione non nota)

Questo è uno dei 25 dipinti che Monet realizzo di "mucchi di fieno", ovvero tutti raffiguranti pile di fieno in campo dopo la raccolta, utilizzando allo scopo quelli vicino alla sua casa a Giverny, in Francia. A causa della ripetitività del soggetto, in questa serie Monet si preoccupò quasi esclusivamente delle differenze di luce e colore che circondavano i covoni di fieno nelle diverse stagioni, nelle diverse ore del giorno, e con le varie condizioni meteo. Questi dipinti sono ora in gallerie, musei e collezioni private di tutto il mondo, e sono annoverati tra le sue opere più importanti.


DIEGO VELAZQUEZ: "Apollo nella fucina di Vulcano" (o solo "La fucina di Vulcano"), 1630 - Museo del Prado, Madrid

Olio su tela, 290 x 223 cm

lunedì 20 gennaio 2014

GUIDO RENI: "San Michele Arcangelo che sconfigge Satana", 1635 - Chiesa di Santa Maria della Concezione, Roma

Olio su tela, 293 x 202 cm

RITRATTI STORICI: Diego VELAZQUEZ, "Ritratto di Filippo IV a cavallo", 1634 - Museo del Prado, Madrid


Olio su tela, 301 x 314 cm

E' MORTO IL MAESTRO CLAUDIO ABBADO.

LA MORTE DEL MAESTRO CLAUDIO ABBADO

LUTTO GRAVISSIMO, PERDITA INCOLMABILE DI UN GRANDE DELLA MUSICA. SI E' SPENTO NELLA SUA CASA DI BOLOGNA ALL'ETA' DI 80 ANNI. L'ITALIA PERDE UNO DEGLI UOMINI CHE PIU' LE HANNO DATO LUSTRO, DIGNITA', GRANDEZZA, GLORIA E ONORE, NON SOLO COME GRANDISSIMO DIRETTORE D'ORCHESTRA, MA COME UOMO DI CULTURA CHE HA SAPUTO COAGULARE INTORNO A SE GIOVANI MAESTRI DI TUTTO IL MONDO PER DAR VITA A MEMORABILI COMPAGINI ORCHESTRALI, COME LA RECENTE "ORCHESTRA MOZART". 
ADDIO GRANDE MAESTRO. RIPOSA IN PACE.


DIEGO VELAZQUEZ: "LAS MENINAS"- Un capolavoro e il suo 'Particolare prezioso'

Diego Velazquez
(Siviglia, 1599 - Madrid, 1660)
"Las Meninas"
1656, olio su tela, 318 x 276 cm
Museo del Prado, Madrid



 Il Particolare prezioso: sullo parete di fondo di questo celeberrimo dipinto, Velazquez pone uno specchio nel quale si vedono riflesse le immagini dei Reali di Spagna. Il prezioso artificio ci aiuta a comprendere il significato del quadro, ovvero che la scena si svolge nello studio dell'artista, dove oltre al medesimo, intento alla pittura di questo dipinto, si trovano l'Infanta di Spagna con le sue damigelle, la nana, un cane accovacciato e una bimba, altre due figure di secondo piano e un uomo che sta uscendo dallo studio per altra porta, e nel quale giungono inaspettati i sovrani di Spagna, recatisi in visita al pittore di corte. In questo modo si spiega la particolare fissità della scena, dove quasi tutti i presenti guardano verso l'osservatore, ovvero verso i sovrani e soltanto la damigella di destra accenna all'inchino all'arrivo degli stessi. 

GUIDO RENI: "Strage degli Innocenti", 1611 - Pinacoteca Nazionale, Bologna, Italia

Olio su tela, 268 x 170 cm

CARAVAGGIO, Michelangelo MERISI [da]: "Cena di Emmaus", 1601 - National Gallery, Londra

Ed ecco la versione di Londra della "Cena di Emmaus" dipinta dal Caravaggio nel 1601, cinque anni prima della versione di Milano che è del 1606. Atmosfera completamente diversa da quella successiva: luce, colori vivi, una natura morta ricchissima (!) per un'ultima cena di Cristo e, soprattutto, un Cristo lontano dalla iconografia tramandataci da secoli e secoli.

Il tutto ha però ragioni interpretative e tecniche che esperti del settore ci illustrano bene in alcuni commenti reperiti sui siti Web Gallery of Art e Wikipedia, da cui ho estrapolato le parti più significative in questo breve sunto, cui ho apportato lievi modifiche:

Il Vangelo secondo san Luca ( 24,13-32 ), racconta l'incontro di due discepoli con il Cristo risorto. E' solo durante il pasto che i suoi compagni lo riconoscono dal modo in cui benedice e spezza il pane. Nel vangelo secondo San Marco ( 16,12) si dice inoltre che è apparso a loro " in un'altra forma" ed è questo il motivo per cui il Caravaggio non dipinge il Cristo con la barba, ovvero all'età di sua crocifissione, ma più giovane.
Cristo è rappresentato con le fattezze del Buon Pastore, immagine frequente nell'arte paleocristiana, un giovane imberbe dall'aspetto androgino, che simboleggia la promessa di vita eterna, la rinascita e l'armonia, intesa come unione di contrari. È anche probabile che l'artista avesse voluto ritrarre un Cristo all'apparenza non riconoscibile dallo spettatore immediatamente tramite le fattezze, ma piuttosto guardandone e i gesti e lo svolgersi dell'avvenimento.
Il padrone di casa sembra interessato ma un po' confuso, e la sorpresa e l'emozione appaiono chiari nelle espressioni dei discepoli. La luce (intensa) che cade nettamente dalla parte superiore sinistra ad illuminare la scena, ha tutta la repentinità del momento del riconoscimento. Cattura il momento culminante della storia, il momento in cui il vedere diventa riconoscimento. In altre parole, l'illuminazione voluta da Caravaggio non è solo illuminazione, ma anche allegoria di quel preciso istante.
Come nella tradizione della pittura veneta e lombarda, Caravaggio dà risalto alla ricca natura morta sul tavolo, con i vari oggetti descritti con grande virtuosismo, unendo ancora una volta realismo e simbolismo in un linguaggio unico. La brocca di vetro e il bicchiere riflettono la luce, il pollo con le gambe stecchite è stato interpretato come simbolo della morte, anche se non tutti gli esperti di iconografia concordano, la canestra di frutta, soggetto analogo ad un altro celebre dipinto del Merisi, che pende pericolosamente sul bordo del tavolo, contiene diversi frutti, dipinti magistralmente con le loro imperfezioni.
L'estremo realismo con cui il Caravaggio ha di frequente trattato i temi religiosi - gli apostoli che sembrano operai, la figura grassoccia e un po' femminile di Cristo - ha notoriamente incontrato la disapprovazione veemente del clero. 

Olio su tela, 141 x 196 cm

sabato 18 gennaio 2014

BOTTICELLI: Particolare del corpo del Cristo morto dalla "Lamentazione sul Cristo morto con i Santi", conservata alla Alte Pinakothek di Monaco

Merita una osservazione ravvicinata il corpo del Cristo morto raffigurato da Botticelli nel grande dipinto della "Lamentazione sul Cristo morto con i Santi", conservato alla Alte Pinakothek di Monaco di Baviera. Mirabile il senso di abbandono che il Maestro è riuscito a dare alla figura del Cristo! Il corpo è sensibilmente inarcato all'indietro, poggia infatti sulla sola gamba destra della Madonna svenuta perché la sinistra è tenuta più bassa, ed è quasi in precario equilibrio; la testa reclinata segue la linea curva del corpo ma è sostenuta dall'abbraccio di una delle donne dolenti, come le gambe delle quali la destra segue l'abbandono del corpo mentre la sinistra è piegata perché sorretta da un'altra delle donne dolenti;  il braccio sinistro inanimato ricade per terra e la mano è semiaperta. L'ultima notazione è per il bellissimo volto del Cristo che, se ruotate a sinistra l'immagine, vi rivelerà le sembianze di un giovane uomo moderno. Meraviglioso!



BOTTICELLI, Sandro: "Compianto sul Cristo morto con i Santi", 1490 ca. - Alte Pinakothek, Monaco

Tempera su tavola, 140 x 207 cm

CARAVAGGIO, Michelangelo Merisi [da]: "Resurrezione di Lazzaro", 1608-1609 - Museo Regionale, Messina

Olio su tela, 380 x 275 cm

CARAVAGGIO, Michelangelo Merisi (1571, Caravaggio, Italy - 1610, Porto Ercole, Italy): "Cena di Emmaus", 1606, olio su tela, 141 x 175 cm - Gallery: Pinacoteca di Brera, Milano



Olio su tela, 141 x 175 cm