PASSEGGIATE CULTURALI

Passeggiata culturale del 13 gennaio 2017

In visita alla mostra su Artemisia Gentileschi, allestita a Roma, a Palazzo Braschi, sede del Museo di Roma (archeologico), mentre ero intento nell'ammirazione dei suoi dipinti e di quelli dei suoi contemporanei, dalle finestre di un grande salone mi si è concretizzata la visione di Piazza Navona, una delle più belle piazze del mondo, pressoché deserta, senza la folla di gente, locali e turisti, urlante e incivile che la riempie quotidianamente di sporcizia, senza i soliti ambulanti con le loro misere bancherelle, senza i soliti penosi saltimbanchi e/o pseudo artisti di strada che nelle giornate di sole rendono la piazza un luogo quasi impraticabile. 
Ecco quindi che non potevo non immortalare la piazza deserta, pulita e silenziosa in un giorno d'inverno, freddo, piovoso e umido da posizione rialzata e quindi privilegiata. 
Queste le foto che ho realizzato:
















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Passeggiata in mostra

Il secondo episodio delle passeggiate culturali non è nato spontaneamente nella mia testa, ma ha avuto un elemento che lo ha fatto nascere, un commento sulla pagina Facebook di un parlamentare del Movimento 5 Stelle, tale Manlio Di Stefano, che essendo stato a visitare la mostra Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti - La collezione Netter a Palazzo Cipolla della Fondazione Roma che l'ha organizzata, ha pensato bene di condividere la sua entusiasmante esperienza con il popolo di Facebook. Il suo commento si soffermava soprattutto sull'opera di Modigliani e su due dipinti in particolare che avevano attirato la sua attenzione. Devo dire che la cosa mi ha sorpreso non poco e molto positivamente: leggere di giovani che fanno politica e che nutrono interesse per l'arte, in questo panorama disastrato dei nostri politicanti, mi è stato di grande conforto ed ha accresciuto la stima che ho per questi giovani parlamentari dei 5 Stelle. Da qui a decidere poi di andare a vedere questa mostra, il passo è stato brevissimo. Era domenica 5 gennaio 2014. Il giorno dopo, il 6 gennaio, festività dell'Epifania, sfidando ogni più elementare prudenza che avrebbe dovuto consigliarmi di non uscire di casa in previsione della ressa di persone, soprattutto famiglie con bambini e i loro regali della Befana, che avrebbe invaso le vie del centro di Roma, mi lavo, mi vesto, vado a prendere l'auto e mi dirigo senza indugi in centro, visto che il Palazzo Cipolla si trova su Via del Corso. Tragitto senza particolari intoppi o disagi, a parte qualche coda all'altezza di Via Veneto e quindi giungo al Parcheggio Ludovisi che c'era ancora posto, per fortuna. Lascio l'auto e mi incammino a piedi per raggiungere via del Corso. La giornata di sole splendente e la festività della Befana avevano indotto la stragrande maggioranza dei romani ad uscire di casa con i loro figli contenti dei regali ricevuti ed in massa spropositata affollare le vie del centro, tanto che il camminare a piedi era disagevole! Senza perdermi minimamente d'animo ho proseguito imperterrito verso il Palazzo della mostra, dove supponevo che non vi fosse ressa, non essendo certo un posto per famiglie a passeggio con i figli, né per la tipologia della mostra non certo adatta ad un pubblico di bambini. Mai supposizione fu più fallace! A vedere la mostra c'erano intere famiglie di giovani sposi con i figli, alcuni piccolissimi portati in braccio o addirittura in carrozzina alle quali, inopinatamente, era stato concesso l'ingresso ai locali della mostra! Inutile che dica quanto questa scelta abbia creato non pochi disagi a tutti i visitatori, per l'ingombro delle stesse nei locali del palazzo che non si potevano definire certamente larghi. E tutto questo in barba al costo del biglietto d'ingresso di € 13,00 non certo economico! Direte che tutto ciò rappresenta un fatto positivo perché dimostra l'interesse per l'arte dei cittadini e, se fosse così, sicuramente non vi sarebbe nulla da obiettare. Ma durante la visita ho realizzato che proprio così non era: ad un bimbo più o meno di un anno dire "hai visto tesoro come è bello questo quadro, ti piace?" non mi sembra un segnale incoraggiante, soprattutto per i genitori. Ma armato come era di spirito positivo, ho sopportato placidamente qualche fastidio e mi sono goduto la mostra che, come faccio di solito, percorro sempre due volte prima di uscire. Molti i quadri presenti e gli artisti rappresentati: oltre a Modigliani e a Soutine, indicati già nel titolo della mostra, vi sono opere di Maurice Utrillo, ben 14 dipinti, di Andre Derain, di Moise Kisling, di Maurice De Vlaminck, di Henri Hayden, di Jan Waclaw Zawadowski, di Suzanne Valadon, con 12 opere, e di altri 17 artisti. Il nucleo maggiore è rappresentato dalle opere di Soutine, artista che però personalmente non suscita in me alcun interesse. Le impressioni maggiormente positive mi sono venute, oltre che dall'amato Modigliani, da Utrillo, da alcuni dipinti di Kosling, da gran parte di quelli della Valadon, da alcune opere di Hayden e di Zawadowski, da uno dei tre dipinti di Derain, e da altre singole opere degli altri. In definitiva una mostra molto interessante, ricca, e ben organizzata: il personale di sala si è dimostrato sempre attento e cortese, soprattutto laddove la presenza delle carrozzine creava qualche "ingorgo". Inutile sottolineare che i quadri di maggior interesse, per tutti i visitatori, me per primo, sono stati i nove capolavori di Modigliani, alcuni celeberrimi, come uno dei più dolci primi piani di Jeanne Hebuterne, il Ritratto di Zborowski, l'Elvira dal colletto bianco, la Bambina con abito azzurro e una delle versioni del Ritratto di Lepoutre. Molto soddisfatto, esco dalla mostra e passo, come di prammatica, al book shop, per l'immancabile acquisto del catalogo che, con le sue immagini e i dotti saggi critici, rinverdirà nei giorni futuri il piacere di una mostra davvero bella. E per darvi un'idea, sia pure molto approssimativa di alcune opere presenti in mostra, eccovi alcune foto tratte dal catalogo, anche questo molto ben fatto, almeno nella veste editoriale (per il momento non posso dire di più non avendo ancora letto i saggi) con conseguente prezzo altino di € 39,00, scontati a € 34,00, per il periodo della mostra.     



La copertina del catalogo
Due opere di Moise Kisling

Un dipinto di Henri Hayden







Un dipinto di Zawadowski





Un altro bel dipinto di Kisling





Uno dei tre Derain (il dipinto ha toni molto scuri di per sé)
Un meraviglioso Utrillo


E ancora un altro Utrillo






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La prima passeggiata artistico-culturale del 2014: visita alla Chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore in Roma.


Prima passeggiata mattutina del 2014: Capodanno, ore 10,30, Roma pressoché deserta, traffico zero, in una volata sono sul Lungotevere della Farnesina, all'altezza di Ponte Sisto, spazi per parcheggiare a volontà (!). Temperatura già troppo calda per i miei gusti, ma tant'è. Attraverso Ponte Sisto quasi vuoto, di solito pieno di venditori ambulanti di colore e di mendicanti, e raggiungo Campo dei Fiori, anche questo "quasi" vuoto, perché la presenza dei passanti, turisti e non, era limitatissima per una piazza che nei giorni normali non si riesce a vedere mai nella sua interezza tanta è la ressa di gente che vi staziona! Mi dirigo quindi verso Piazza Navona: qui nonostante l'ora presta la ressa c'è ugualmente e per sfuggirvi, guardo in direzione di una delle due chiese che prospettano sulla piazza, e mi accorgo che è aperta. Con entusiasmo mi ci dirigo e entro nella Chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore un tempo S. Giacomo degli Spagnoli. La prima curiosità è che dall'ingresso principale, quello appunto su Piazza Navona, si accede all'interno della chiesa di fianco all'altare maggiore, cosa inconsueta ma non rara. La chiesa attuale è il frutto di numerosi rimaneggiamenti, il primo dei quali iniziò alla metà del '400 e al quale vi avrebbe preso parte il Bramante e uno successivo, tra il 1522 e il 1523, al quale avrebbe partecipato Antonio da Sangallo il Giovane che vi aveva già operato per la realizzazione della Cappella Serra, tuttora esistente nella sua integrità originale, unica superstite della originaria chiesa cinquecentesca. La dedica a Nostra Signora del Sacro Cuore risale al 1881. Interno semplice ma non privo di una certa eleganza. L'opera di maggior rilievo, oltre a detta Cappella è la Cantoria realizzata da Pietro Torrigiano (o Torrigiani) (Firenze, 24 novembre 1472 – Siviglia, agosto 1528), valente scultore fiorentino. In definitiva una chiesa che merita senz'altro una visita. Ed ora godetevi il breve resoconto fotografico realizzato.

 

   


 



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